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Negli anni Novanta era opinione diffusa che la caduta del muro di Berlino avesse decretato il trionfo della democrazia liberale e del capitalismo di mercato, cancellando l'ultima grande linea di demarcazione ideologica. Cominciava un'era di prosperità economica e di pace stabile, sotto l'egida dell'unica superpotenza planetaria rimasta: gli Stati Uniti. In realtà la fine della Guerra fredda ha segnato paradossalmente non la vittoria definitiva dell'America, ma l'avvio del suo declino e un periodo di forte instabilità. L'incalzare di concorrenti economici e politici, quali la Cina e la stessa Unione Europea, non si concilia con il dominante "unilateralismo" americano in materia di politica estera e impone all'America di ridefinire la sua egemonia.