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Krishnamurti è stato un filosofo nel senso originario della parola, non un accademico o un intellettuale, ma un amante della verità che ha sollevato domande essenziali sulla vita. Ha dedicato la sua vita a parlare alla gente in tutto il mondo delle eterne domande esistenziali. In questa serie di otto discorsi tenuti a Ojai, in California, nel 1955, esamina la confusione, le abitudini e i presupposti della mente umana, che sono alla radice di tutta la violenza e la sofferenza del mondo. Benché queste riflessioni siano state offerte più di cinquant'anni fa, il loro significato è ancora innovativo e rilevante per i nostri tempi. Krishnamurti esamina un mondo in cui il boom della produzione e i progressi della scienza promettono un futuro felice senza mantenere la promessa. Punta il dito contro l'escalation delle guerre, della competizione, dell'invidia e del nazionalismo, nonostante i progressi nell'educazione, nell'ecumenismo religioso e nelle tecniche di miglioramento di sé. Essenzialmente chiede ai suoi lettori di considerare che gli apparenti progressi del sé non sono progressi verso la libertà, ma un cammino verso l'illusione. Conoscere la propria mente attraverso la diligente auto-osservazione, afferma Krishnamurti, è l'unica via alla libertà.