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Upasika Kee Nanayon è una combattente del Dhamma. Il suo approccio spietato è di grande impatto e sostegno per chi ambisce a calarsi nella meditazione per calmare e stabilizzare la mente. Secondo il suo insegnamento, per annientare gli inquinanti mentali non bastano le buone intenzioni. Un tentativo tiepido non potrà mai scalfire il potere insidioso e subdolo di desiderio, rabbia e illusione. La meta della vita è osservare il corpo, le sensazioni e le costruzioni mentali, contemplandone continuamente la transitorietà e il non sé, al fine di estirpare l'avidità, spodestare il senso dell'io e affrancarsi da stress e sofferenza. In questo strenuo allenamento gioca un ruolo primario la disciplina e la capacità di tollerare il dolore senza assecondarlo: "regole e norme, se le ignoriamo, non servono a nulla, ma se le rispettiamo coscienziosamente, sono di grande beneficio". L'autrice per prima sin dall'adolescenza si era votata alla pratica e allo studio della via del Buddha, con l'irremovibile intenzione di sradicare il dolore e la tensione già presenti nella sua esperienza di vita. Divenne così la più famosa tra gli insegnanti di Dhamma tailandesi a lei contemporanei, nonostante sia sempre rimasta allo stato laicale. I discorsi agguerriti e le istruzioni dettagliate non sono un amorevole invito alla meditazione, ma una sferzata di disillusione diretta a coloro che affrontano l'osservazione interiore con molta indulgenza e scarsa determinazione.