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Alexander, assieme a Feldenkrais, Ida Rolf, Gerda Boysen, e alcuni altri grandi nomi del Novecento (compresi, per certi aspetti, Freud, Ferenczi, Groddeck e soprattutto Reich), è stato un geniale inventore di teorie e tecniche di intervento sui meccanismi corporei allo scopo di influire e modificare, talora molto profondamente, l'individuo operando su quella zona di confine somatopsichica (muscolare, posturale, eccetera) in cui si esprimono le emozioni umane. La tecnica nacque quando Frederick Matthias Alexander, che fino a quel momento era un attore afflitto da frequenti abbassamenti di voce, seppe studiarsi davanti allo specchio, anzi, davanti a tre specchi, e scoprire il rapporto tra i meccanismi vocali e l'insieme del corpo. Gli studi che poi Alexander sviluppò tra le due guerre lo portarono a comprendere l'importanza della relazione dinamica fra testa, collo e torso, per tutto il nostro comportamento. Il lungo lavoro di analisi e osservazione si concretizzò infine in un metodo pratico innanzitutto per prendere coscienza del nostro portamento e del modo in cui ci muoviamo, e poi per correggere i difetti che le abitudini e l'errata educazione fisica hanno causato, e i cui influssi negativi si manifestano in fenomeni apparentemente molto distanti, che si collocano sul piano emotivo e comportamentale.