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Holger Kalweit è uno dei pochissimi antropologi al mondo ad aver svolto accurate ricerche sulle pratiche sciamaniche, e il suo libro è altamente rivelatore, non solo perché tratta per la prima volta un vasto campione di elementi transculturali sotto il profilo etnopsicologico, ma soprattutto per la sua capacità di fondere documentazione e interpretazione in un unico orientamento transpersonale di eccezionale ampiezza, che coinvolge in pari misura antropologia, etnologia e psichiatria. L'argomentazione di Kalweit punta in sostanza a una sola e rivoluzionaria conclusione: l'uomo occidentale, a causa dei suoi pregiudizi egocentrici e della sua visione limitata e illusoria della realtà, è in grado di sfruttare solo in minima parte il proprio potenziale psichico; lo sciamano, invece, vivendo a cavallo tra due mondi, può far la spola tra la 'normale' coscienza quotidiana e gli stati alterati di coscienza e trasmettere una conoscenza arcana che si esprime nelle sue tecniche di guarigione. La massima rivoluzione del nostro secolo, dice Kalweit, consisterà nel vedere il mondo dello sciamano come reale e rilevante per la nostra sopravvivenza e il nostro senso di realtà. L'etnologo oggi deve prendere parte attiva alla vita delle società tribali, sia per proteggere quelle culture dalle nostre, sia per rigenerare noi stessi e la nostra civiltà attraverso nuovi modelli di vita.