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L'immagine tradizionale di Cartesio ci rimanda al filosofo razionalista chiuso nel suo studio che credeva che la propria metafisica contenesse tutti i principi della fisica e che la fisica non fosse altro che geometria. Questo luogo comune non rende giustizia a una delle maggiori figure della rivoluzione scientifica seicentesca e dà un'idea riduttiva di come la filosofia e la scienza di un'epoca si incontrino nel suo pensiero. Cartesio fu in realtà un uomo di genio che visse in un'epoca in cui un filosofo era in grado di comprendere in sé tutta la conoscenza del suo tempo. Nel libro di Shea lo seguiamo dalla prima formazione, presso i gesuiti del collegio di La Fléche, fino al viaggio in Olanda, dove conobbe quell'Isaac Beechman che suscitò il suo interesse per la matematica, la musica, la caduta dei gravi e i problemi dell'idrostatica. Da qui prende avvio una straordinaria carriera scientifica: dalla scoperta di un mezzo matematico per il calcolo di curve di complessità crescente, fino alle ricerche sul metodo e sulla metafisica come fondamento razionale della fisica.