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Senza (o quasi) parlare di pazienti o di teoria, uno psicoanalista "impegnato" abbandona temporaneamente lo stile scientifico scrivendo questi dieci racconti in cui si aggira tra argomenti di varia quotidianità (la cura della sofferenza amorosa; gli affetti legati al luogo in cui viviamo; l'esordio in corsia di un futuro medico; ma anche la curiosa ricerca di un cane raro e scorbutico; il memorabile passaggio, in una palestra di provincia, di un leggendario maestro giapponese di karate), mantenendo però il gusto osservativo di chi, abituato al contatto con il mondo interno, riflette su quello esterno in base a un punto di vista del tutto particolare. Le sue conclusioni sono che l'essere umano ha comunque la necessità - per vivere sufficientemente bene - di coltivare ideali, illusioni e sogni che lo proteggano almeno in parte dalle angosce e che diano rappresentazione e prospettiva ai suoi bisogni e desideri profondi.