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"Quale sarà la condizione della società e della politica di questa Repubblica di qui a settant'anni, quando saranno ancora vivi alcuni dei bambini che adesso vanno a scuola? Sapremo salvaguardare il primato della Costituzione, l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e l'incorruttibilità della giustizia, oppure avremo un governo del denaro e dei disonesti?" Joseph Pulitzer se lo chiedeva all'inizio del Novecento, quando per sua iniziativa nasceva la Scuola di giornalismo della Columbia University di New York. Era convinto che la risposta dipendesse in buona parte dalla qualità dell'informazione. A distanza di un secolo, nel momento in cui il consumo di notizie ha raggiunto ritmi prima inimmaginabili e rischia paradossalmente di rovesciarsi in disinformazione, la richiesta di qualità è ancora più decisiva per il bene pubblico. Perché "la nostra Repubblica e la sua stampa progrediranno o cadranno insieme".