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Impresa di vasto respiro, questa ricognizione dedicata all'arte contemporanea in Italia prende le mosse dal Canova, individuato come la figura che da noi incarna quella stagione rivoluzionaria nella quale una schiera di artisti quali Füssli, Blake, David, Goya e Turner ha stravolto i canoni su cui sino ad allora si era fondata l'arte dell'Occidente. Il volume prosegue armonizzando un'articolazione di carattere storico in movimenti e tendenze con un'articolazione di carattere geografico, secondo le varie aree regionali così presenti e incisive nel nostro paese. Suddiviso in scansioni diacroniche corrispondenti alle principali emergenze stilistiche che nel campo della pittura e della scultura si sono susseguite nei due secoli presi in esame, il libro si propone di costruire una solida griglia di riferimento in cui i diversi fenomeni trovino posto in una rete d'insieme. In questo quadro essenziale, che di proposito evita gli eccessi di erudizione e di informazione aneddotica o bibliografica, la trattazione si sviluppa offrendo analisi essenziali dei vari attori in campo, cercando di conciliare i caratteri specifici con il profilo generale del movimento cui l'artista ha dato il suo apporto. Ne risulta una storia che, come suggerisce l'autore, ben si addice a "chi voglia avere un'idea sinottica, contestuale, organica di come sono andate le cose e di quale sia stato il ruolo dei singoli".