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In questo breve diario di guerra si ritrovano le reazioni immediate ai drammatici fatti dell'attualità, ma anche la traccia della riflessione dell'autore. L'attentato dell'11 settembre 2001 è già stato abbondantemente commentato, e forse non sarebbe interessante aggiungere nuove generiche riflessioni se l'evento non portasse, come nel caso di Augé, alla necessità di ripensare alcune categorie di uso corrente, per cercare di capire che cosa accade e che cosa stiamo vivendo, per resistere al flusso impetuoso di un'attualità tanto spettacolare quanto programmata e mantenere una distanza critica rispetto agli avvenimenti.