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Quando, agli inizi degli anni Ottanta in Italia si comincia a parlare di postmoderno, il termine rivela subito un'incredibile capacità di espansione: attraversa tutti i campi del sapere, delle tecniche e delle arti, dall'architettura alla sociologia, dalla critica letteraria alla filosofia, dalla narrativa alla pittura; se ne appropriano corsi universitari e giornali, orientando il costume e i modi di abitare. Il postmoderno appare liberatorio, giocoso, amante della combinatoria di stili, epoche, metodi e storie e del virtualismo e, in un certo senso più democratico.