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Cosa sognava la giovane Marilyn Monroe, operaia in una fabbrica di fusoliere? E quali erano le visioni che angustiavano Aldo Moro nei giorni della sua prigionia? Quali incubi colsero Janis Joplin durante la sua ultima notte? Danilo Soscia interroga il mistero e il mito del Novecento. Donne e uomini dello spettacolo, politici, musicisti, pittori, scrittori e scrittrici, scienziati, sportivi, anime nere e irregolari, santi e abietti, tutti insieme in un variopinto corteo in cui Tommaso Landolfi corteggia il Caso a Sanremo nelle pieghe ostili della roulette, Eva Braun consulta arcane sibille berlinesi, Sylvia Plath riscrive in trance la storia di Dedalo e Icaro, Giulio Andreotti sogna un'epidemia di peste, Amedeo Modigliani dialoga di notte con i suoi dipinti, Charles Bukowski brinda con la morte in un cimitero semiabbandonato di Hollywood. Fedele lettore del Libro dei sogni di Artemidoro, Soscia scrive quaranta «ipnografie», ovvero biografie rappresentate nella loro completezza ermafrodita, del tutto vere e del tutto fasulle. "Gli dei notturni" riempie, con il racconto onirico, il vuoto lasciato dalla storia ufficiale, e fa del sogno un testo irriducibile, una matrice che attraverso percorsi imperscrutabili si incarna nelle esistenze e le divora