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Con questa strepitosa silloge di racconti Francesca Andruzzi si concede l'opportunità di esprimere la sua visione sul genere umano, e lo fa porgendo con cura ai suoi lettori una ricetta raffinata e prelibata, un vero e proprio miracolo di gastronomia, cucinata con consueto mestiere e indubitabile competenza: un serraglio di ritratti di varia umanità, che, proprio come la vita, a volte ci fa sorridere maliziosamente, a volte decisamente ridere, spesso meditare sul nostro destino e sulla significanza dei nostri comportamenti.