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«Non avevo mai scritto una prefazione alle mie poesie. Non le avevo neanche mai titolate, ma questa è "la stagione nuova". Ho scritto questa raccolta tra l'inizio del 2020 e i primi giorni del 2021. In alcuni episodi ho perfino abbandonato la strettissima tensione verbale che mi contraddistingue, aprendo quel tanto che basta per sfiorare il godibile e lo scanzonato. Ho corretto qualche ingenuità che sovente si manifesta nel mio slancio creativo. Io sono un orecchiante della poesia, che cerca una quadra dignitosa. I versi, sempre a contatto con la natura, sono lo sfondo del mio stato emotivo. Dalle ossessioni e dal blocco psicologico, la poesia mi accompagna nelle scelte cruciali, attraverso i rimpianti, le riflessioni amare, le speranze. Nell'ultimo biennio mi sono liberato di alcuni macigni, non senza esitazioni, ma queste rivoluzioni personali oggi mi appaiono doverose e inattaccabili. La stagione nuova è una seconda nascita, con un cordone ombelicale, difficile da recidere, ancora legato a sofferenze passate e un pianto liberatorio verso la vita.»