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«Cara Vittoria ti abbiamo letteralmente rubato il tuo quaderno di note, l'abbiamo affidato al tipografo ed egli ce lo ha restituito così come desideriamo offrirtelo. Lo gradirai? Ci perdonerai? Abbiamo pensato che gli umili libricini di note come il tuo, che racchiudono un tesoro di grazia e di bontà, così, senz'aria d'importanza conservati in un cassetto, possono facilmente andare perduti. E sarebbe stato gran peccato che Chico e Luisa non avessero più potuto rispecchiarsi un giorno nella loro infanzia, così come il cuore della loro mamma aveva saputo trarla, nota per nota, dal vero. Se abbiamo pensato male, perdonaci e voglici ugualmente bene. La zia Gilda e la zia Lavinia (Milano, nella primavera del 1933).» (Dalla presentazione). Il libro contiene una breve storia della famiglia Pontecorboli scritta da Paolo Meggiboschi.