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"Questo libro si propone di dare un piccolo contributo alla riflessione sulla questione del futuro della fragile memoria della Resistenza e della deportazione (1943-1945), messa in relazione con le difficoltà della sua trasmissione culturale ai cittadini e, in particolare, alle nuove generazioni, a quasi 80 anni dai fatti. Il caso del quartiere Stadera di Milano, città capitale della Resistenza italiana, costituisce un'esemplificazione significativa e comprovante la maturazione della consapevolezza, in un gruppo di uomini e donne durante i venti mesi della "guerra civile", che era giunto il tempo di fare delle scelte coraggiose, anche a rischio della vita, per alimentare la Resistenza popolare e la lotta di Liberazione. Di contribuire perciò alla sconfitta del nazifascismo criminale e del feroce totalitarismo da esso rappresentato, come condizione per costruire una nuova democrazia alimentata dalla Costituzione repubblicana, che consolida i legami sociali e rafforza lo spirito comunitario." (Prefazione di Alberto Castelli)