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Il 10 agosto del 1678 a Nimega fu sottoscritto il trattato tra Francia e Province Unite. Durante i negoziati volti al ristabilimento della pace, emerse chiaramente a tutti i convenuti che la politica di potenza esercitata dagli imperi continentali era stata sovrastata dalla strategia, al contempo energica e accorta, adottata dal regno britannico. Né ai governi assoluti né alle società del continente europeo risultò agevole affrontare l'inevitabile assestamento conseguente all'intensificazione degli scambi e al poderoso sviluppo dei mercati. La società di antico regime aveva prodotto strutture sociali rigide, fondate su corpi aristocratici guidati dallo Stato assoluto. Una sorta di Stato-caserma, organizzato per conseguire attraverso la guerra il possesso di territori sempre più ampi. Il coevo sconvolgimento della "coscienza europea" rappresentò l'occasione per una trasformazione nel profondo di strutture ed equilibri fin ad allora consolidati. Il trattato rivelò l'esaurimento delle ideologie solenni degli imperi continentali.