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Con le "Vite non riuscite" si dà continuità alle ricerche in tema di etica generativa. Uno dei crucci principali di questo innovativo approccio all'etica è rendere conto di quelle situazioni in cui la vita si presenta nodosa, bloccata o interrotta. Le vite non riuscite non sono dunque le vite fallite, ma le vite che si rimettono in marcia. Di fronte a un simile scenario, l'etica generativa non ragiona solo per obiettivi, né per deviazioni da questi ultimi, ma per interruzioni e ripartenze. Ne deriva il bisogno di mettere da parte quell'ampio spettro del linguaggio che esprime controllo, programmazione e sorveglianza, per far spazio all'altro, al decentramento e alla responsabilità. Il testo si compone di due parti principali. La prima contiene saggi sul rapporto con il decostruzionismo e con la filosofia processuale. La seconda apre invece un confronto tra l'approccio generativo e l'etica della responsabilità di Hans Jonas, mettendo in risalto l'arricchimento reciproco.