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In questo libro sono considerati alcuni autori che hanno portato la loro esperienza spirituale ai limiti o oltre i limiti della loro religione di origine o di appartenenza fino a contestarne i fondamenti dogmatici e istituzionali. Essi hanno anche congiunto il proprio percorso personale a un'esperienza politica di resistenza e di contestazione dell'ordine di potere esistente del capitale: non può darsi spiritualità laddove i bisogni elementari dell'uomo siano calpestati o la sua stessa identità annientata, come è avvenuto nei campi di sterminio, ma come avviene ancor oggi nei campi profughi della Libia o della Bosnia. Questi autori propongono un'esperienza che è innanzitutto, come sosteneva De Martino, funzione di trascendimento dell'esistenza data e sfigurata dal capitale.