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Nella città fortezza di Mineo vivono, inseriti in una rete di rapporti parentali, amicali e imprenditoriali, i De Balliro. I capostipiti, Antonio Perio e Pinella De Adinolfo, sono protagonisti dell'ascesa socio-economica della famiglia. I figli, Antonino, Nicolao e Tullio, operano nella prima metà del '500 e vivono le grandi trasformazioni in atto in Europa e nella Sicilia di Ferdinando I il Cattolico. Echi della presa di Granata, della cacciata dei Mori, della partenza di Colombo giungono nel "Regno Felice" ed eccitano l'orgoglio e con esso l'impegno imprenditoriale della nobiltà locale. Nel 1492 il Bando di espulsione dei Giudei sconvolge la comunità locale lacerando un rapporto di coesistenza quasi millenario. L'avanzata ottomana preoccupa Ferdinando I impegnato nel riordinamento istituzionale della monarchia spagnola. Il sovrano decide di vendere casali, oppidi, gabelle e terre della Camera Reginale considerandoli proprietà di famiglia. Mineo è una di queste terre e i cittadini determinano di tassarsi per ricomprare la loro libertà e passare al demanio.