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Secondo le finalità della collana, il tema viene analizzato, dopo un breve inquadramento sistematico, attraverso l'esame dei profili controversi e problematici della disciplina e l'esposizione dei casi pratici evidenziati dalla giurisprudenza in materia. Il giudizio abbreviato, introdotto nel vigente codice di rito con l'obiettivo di "alleggerire" il giudizio ordinario incentivando decisioni "allo stato degli atti", ha subito negli anni importanti interventi del Giudice delle leggi e del legislatore (si pensi alla 1. 16 dicembre 1999, n. 479, c.d. legge Carotti) che ne hanno ridisegnato i contorni in termini assolutamente innovativi rispetto all'impianto originario. Recentemente, vi è stata un'altra importate opera di riforma con la 1. 23 giugno 2017, n. 103 (c.d. riforma Orlando). Buona parte delle novità introdotte rappresentano codificazioni di orientamenti giurisprudenziali consolidati, mentre altre costituiscono "reazioni" ad orientamenti ermeneutici non condivisi oppure tentativi di rilanciare il rito. Da ultimo, è in corso di approvazione una legge per escludere dal giudizio abbreviato i delitti puniti con la pena dell'ergastolo. Alle numerose problematiche interpretative, fonte di una imponente produzione giurisprudenziale, si affiancano quindi nuove questioni suscitate da una riforma discutibile nel contenuto quanto imprecisa nella forma. Il volume, dopo aver fornito un quadro sintetico ma completo dell'istituto, tratteggiato tenendo conto dei prevalenti indirizzi giurisprudenziali e dottrinali, approfondisce le questioni interpretative di maggiore rilievo pratico, fornendo su ognuna la soluzione adottata dalla giurisprudenza delle Corti superiori, per poi dedicare attenzione ad alcune problematiche applicative sorte in concreto al fine di offrire un'immediata e chiara risposta agli operatori che siano chiamati ad applicare l'istituto.