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Non so più chi sono. Sono io, ma non sono così sicura. Una volta ero certa di tutto, ricordo che mi agitavo, urlavo... Ero viva. Adesso sono in un inferno che mi sommerge e mi soffoca. Ho fame e ho freddo, tanto freddo. Ma soprattutto mi sento scivolare in una dimensione dove non è importante fare decidere essere, perché qui tutto è inutile. Fino a oggi pensavo che storie come questa fossero possibili solo nelle favelas brasiliane o nelle baraccopoli indiane, comunque in luoghi del mondo dove la miseria e i problemi psichici avrebbero potuto provocare questo corto circuito di umanità. Ma mi sbagliavo. Qui una concomitanza di incapacità di amare, di lucida follia e di indifferenza ha fatto sì che si superassero tutti i limiti.