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Con "Io, un ragazzo del Tigrai", Mario Sassi ci prende per mano e ci accompagna, assieme alla sua famiglia, a conoscere la storia e la vita del quartiere più "popolare" di Mantova, nato in epoca fascista come simbolo propagandistico dell'autarchia e dell'attenzione del regime per le famiglie meno abbienti e cresciuto, dopo la guerra, seguendo invece un altro progetto, tracciato dalle vite stesse dei suoi abitanti, sino ad essere completamente ridisegnato e a diventare quello che oggi si chiama "Te Brunetti". In quel microcosmo, che la massicciata ferroviaria e il Palazzo Te separavano (e in parte ancora oggi separano) dal resto della città, si intrecciano vite segnate dalla miseria e dal coraggio, dall'arte di arrangiarsi e insieme dalla volontà pervicace di uscire dalla propria condizione, vite che Mario Sassi, che del Tigrai è stato giovane protagonista, descrive con un affetto caldo ma totalmente privo di finzioni, trasportandoci in mezzo a quelle "case popolarissime" che diventano, così, un po' anche nostre.