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I saggi di questo libro sono centrati su una questione fondamentale per tutte le discipline umanistiche: qual è il rapporto tra la lingua predominante in una disciplina di studi e lo sviluppo della disciplina stessa. La storia dell'arte, per esempio, ha come prima lingua il latino (a partire da Plinio il Vecchio), ma presto vede l'affermazione del volgare (prima e dopo Vasari) per poi approdare al francese e al tedesco, soprattutto per la teoria estetica. Quali dinamiche artistiche, intellettuali e storiche hanno guidato la diffusione e la preminenza di una particolare lingua nelle pubblicazioni storico artistiche nei secoli? Nel mondo globalizzato contemporaneo è l'inglese che si è affermato come la lingua principale degli studi storico-artistici. L'utilizzo di una nuova lingua franca ha modificato i principi e i concetti storico-artistici, oppure questi sono rimasti invariati sotto la veste di nuovi termini? Quali conseguenze ha avuto e ha l'utilizzo di un linguaggio condiviso, con finalità pratiche di immediatezza comunicativa? A queste domande fondamentali per lo status della storia dell'arte si tenta di dare risposta nei saggi di importanti specialisti contenuti nel volume.