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Se dall'analisi e dall'osservazione condotta sembra che un certo "professionismo della cooperazione" sia più funzionale alla sopravvivenza delle ONG che alle comunità locali autoctone, La cooperazione circolare è un testo che descrive il caso concreto di un progetto di cooperazione allo sviluppo nei paesi terzi che sfida le prassi tradizionali della cooperazione introducendo un nuovo paradigma, quello della cooperazione circolare, appunto, sintesi di due concetti: migrazione circolare e cooperazione allo sviluppo. Il testo descrive le modalità concrete di realizzazione di attività economiche sostenibili nel campo dell'agricoltura e dell'allevamento e perviene a un modello di azione sostenibile e replicabile: un concetto complesso e multidimensionale quello della cooperazione circolare, che, in ultima analisi, si propone di coordinare e pianificare risorse esistenti per realizzare una politica sociale attiva nel medio e lungo periodo. Nel modello agito da Don Bosco 2000 - Impresa Sociale, il cooperante circolare è un migrante che, dopo essere stato accolto nei centri di accoglienza in Italia di Don Bosco 2000, decide di rientrare nel paese di origine, formato e informato sui processi di sviluppo in loco, per creare attività generatrici di reddito a favore del sostentamento delle comunità locali e in alternativa alla migrazione forzata. Egli può rientrare ciclicamente in Italia per continuare il suo percorso di formazione e divulgare modalità ed esiti di progetto alla diaspora in Italia, favorendo un continuo movimento nord-sud del mondo.