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Piaccia o non piaccia, l'Unione europea è una realtà, tanto più manifesta quando i governi nazionali lamentano di non potere intervenire come i cittadini richiedono. Partendo da quest'evidenza, il libro intende individuare le logiche istituzionali del "tripode dell'impolitica europea", esplicitando i coerenti presupposti del paradosso che vede delle istituzioni sovranazionali trovare nella loro natura non elettiva la radice legittima del compito di predeterminare le opzioni di governi democraticamente eletti. L'allegoria di Ulisse che chiede di essere immobilizzato per resistere alla seduzione delle sirene fa da sfondo alle analisi sulla convenienza che lo Stato trova nella "politica delle mani legate", impedendosi di cedere alle tentazioni del consenso e per esse acconsentire alle domande antieconomiche cui la democrazia espone. Le riforme e le strette sui bilanci imposte in conseguenza dell'"eurocrisi" degli scorsi anni confermerebbero l'utilità di istituzioni che, con l'orecchio fisiologicamente insensibile al "canto delle sirene", sappiano trattenere i governi da indirizzi non più sostenibili, sostituendosi al timone in virtù delle proprie competenze nautiche.