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Quando si parla della giustizia italiana, non si può fare a meno di rilevarne le disfunzioni e il cinismo con il quale viene amministrata. D'altra parte è diffuso il timore che il coinvolgimento in un procedimento giudiziario possa rappresentare per chi lo subisce, e per tutte le persone allo stesso legate, un "dramma". Eppure, nonostante la si possa quasi paragonare a un malato ormai al collasso, per il quale le cure annunciate - in questo caso le numerose riforme - non sembrano dare segni di miglioramento, la guarigione non è impossibile. Riduzione dell'abnorme contenzioso, una migliore organizzazione degli uffici giudiziari e il superamento dell'astratto formalismo dell'interpretazione e applicazione della legge sono solo alcune delle soluzioni proposte dall'autore. Gerardo Villanacci, attraverso esempi concreti, analizza e mette a nudo le storture di un sistema inadeguato, auspicando così un cambiamento che non sia solo strutturale ma anche culturale, raggiungibile soprattutto grazie a una progressiva umanizzazione della giustizia.