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La musica fu la principale passione di Beniamino Dal Fabbro, e non una passione neutra: tra le sonorità di quel mondo prediligeva il pianoforte, cui volle dedicare questo saggio - una storia del trionfo e della decadenza del pianoforte - uscito in prima edizione da Einaudi nel 1951. Con una prosa elegante che fa di questo saggio un'opera di alto stile, ampi capitoli narrano la biografia dello strumento, dall'infanzia cembalistica al trionfo pianistico romantico, dall'estenuata armonia debussiana alla senile fase novecentesca, per chiudersi con un ruvido giudizio sul languido tocco di Arturo Benedetti Michelangeli, tra i massimi esponenti del pianismo italiano: una vicenda oggi dimenticata, che all'epoca sollevò pungenti malumori. La fresca appendice dei Cinquanta consigli ai giovani pianisti svela il rimpianto per una maestosa epoca della cultura - e il desiderio che il crepuscolo del pianoforte sia solo la fugace spossatezza di una civiltà estenuata.