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La vita di Aldo Togliatti, figlio unico di Palmiro e della prima moglie Rita Montagnana, è una storia triste, fatta fin dalla prima infanzia di esili, abbandoni, solitudini, traumi, disconoscimenti e internamenti. Spentosi nel 2011 in una clinica psichiatrica privata nel Modenese, dove era stato ricoverato nel 1980 dopo la morte della madre, circondato da quel silenzio che rese tombale la sua esistenza, Aldo era un intellettuale che amava la bellezza, la letteratura, la matematica, l'arte. Sognava l'America, e tentò più volte di imbarcarsi per realizzare il suo sogno, ma ogni volta fu fermato e ricoverato. Era una persona fragile e introversa, che ebbe la sfortuna di vivere in un tempo di guerre dove marciavano solo gli uomini forti e coraggiosi. Gli alienisti della psichiatria triste, sia italiani sia russi, gli diagnosticarono una "schizofrenia con spunti autistici", e questa fu la sua condanna. In questo romanzo, che ne ricostruisce la vita, sentiamo dalla sua voce inaspettatamente colta, gentile, emozionante la viva testimonianza di un'epoca controversa, straordinaria e terribile, che vide suo padre autorevole protagonista quanto inconsapevole "carnefice".