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Che cosa si deve dire di un libro che non è piaciuto? «Il silenzio, che è la forma peggiore di condanna, va riservato ai testi che ci abbiano lasciati indifferenti, senza suscitare nessuna reazione né di piacere né di dispiacere ma solo di noia. Quando invece una reazione ci sia stata, sia pure di insofferenza, irritazione, risentimento, allora è giusto parlarne: è segno che quel libro aveva una sua efficacia, tanto da indurre una forma di coinvolgimento, sia pure al negativo» scrive Spinazzola nel presentare queste recensioni corrosive e alle volte ironiche. Recensioni passionali, ma anche analitiche, splendidamente motivate, eleganti e rispettose. Come potrebbe essere diversamente quando si parla di opere di Manganelli, Calvino, Berto, Arpino, Cassola, Bellocchio, Soavi, Bevilacqua, Primo Levi, Compagnone, Pratolini, Parise, Sanguineti, Ginzburg, La Capria, Camon, Ombres, Sciascia, Guglielmi, Volponi, Fruttero & Lucentini, De Carlo, D'Arrigo, Citati, Fallaci, De Crescenzo, Busi, Pasolini, Eco, Tamaro, De Luca, Calvino, Piperno.