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Il piccolo mar Nero si presenta oggi come un ricettacolo di potenziali conflitti regionali in ambito diplomatico, commerciale e militare sia per terra che per mare. A lungo percepito come un'irrilevante appendice del mar Mediterraneo, l'(in)ospitale spazio eusino potrebbe ben presto riacquistare una nuova dignità geopolitica. L'Italia deve intuire come i principali attori rivieraschi sapranno interagire tra loro allo scopo di proteggere al meglio gli interessi commerciali, energetici e logistici. La Russia (economia complementare), la Turchia (concorrente naturale) e la Romania (alleato affidabile) sono gli osservati speciali. Sapranno questi attori trasformare l'occluso specchio d'acqua da terreno di scontro geostrategico in zona di comunicazione geoeconomica?