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Seguendo il fiume della vita (delle molte vite) di un uomo in cammino fra terra, mare, stasi e moto del corpo, ci addentriamo nell'illimitato evolversi dell'animo, tra capodogli, rondini e alberi. Da giovani infatti si è capodogli, attratti da rotte indefinibili: ogni luogo è diverso da un altro, perciò irresistibile è il desiderio di partire senza una meta, sempre. Poi si diventa rondini: si cerca il nido sicuro, dove rientrare a condividere gioie e speranze, per costruirsi un futuro che s'avvera, o forse svanisce. Infine si diviene alberi. Un albero non cammina, ma diffonde profumo, semi, radici. Caleidoscopio di volti, cuori, voci umane e della natura, l'albero resta aperto e vive in ascolto di tutto quanto trasuda dall'anima di ogni essere vivente. Passò il capodoglio, poi la rondine. E ora? L'età dell'albero, appunto. La storia di una fuga inconfessata e un ritorno a radici mai del tutto recise.