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L'autrice ci porta dietro le sbarre della Casa circondariale di Ariano Irpino. Un percorso duro, l'esperienza di insegnamento in carcere, ma profondamente umano, che conduce a un continuo interrogarsi sul senso della pena attraverso quotidiane conversazioni con gli studenti detenuti. Questo fiume in piena di incontri sfocia in maniera inevitabile nei pensieri degli allievi, nei loro sfoghi e nelle loro inquietudini, polarizzate attorno alle figure dei propri familiari che li aspettano a casa e dei loro cari che non ci sono più. Emozioni e ricordi che, come rituali catartici, diventano di fatto di buon auspicio per le generazioni future.