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In una fredda Anversa occupata dai nazisti, Wílfried Wils, poliziotto e aspirante poeta, è un ventenne in cerca d'identità; remissivo e ligio al dovere, si dibatte tra gli ordini contraddittori che gli impone l'Arma, le dimostrazioni antisemite in cui viene trascinato dall'insegnante di francese e le attività della Resistenza in cui milita l'affascinante amico e collega Lode. Durante le ronde notturne, le retate nelle strade del quartiere ebraico, le sbronze nelle birrerie e le feste nelle sale da ballo, Wilfried osserva, si domanda, partecipa, uccide, si lava la coscienza. Con una lingua ruvida ma letteraria, "Wil" è la confessione sincera di un bisnonno che affida al nipote le proprie memorie, il racconto di una formazione in cui la tentazione di stare dalla parte dei forti è prepotente, tanto quanto impelle la necessità di restare umani.