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"La perfezione del tiro" racconta la psiche contorta e crudele di un cecchino in una delle tante guerre mediorientali. Il segreto di questo giovane assassino sta nella concentrazione. Nella pazienza, nella calma, nel controllo della respirazione. Basta un solo tiro andato a segno per dargli la gioia di un lavoro ben fatto. Solo allora scende dal tetto del palazzo dove si è nascosto per uccidere e ritorna a casa dalla madre, che la guerra civile ha condotto alla follia. Poi però arriva Myrna, un'adolescente che lui ha assunto per badare alla madre malata. La sua sessualità nascente turba il protagonista. La loro convivenza, in cui si limitano a un paradossale amore platonico, va avanti tra i ritorni del guerriero dalle sue cacce all'uomo (e anche a donne e bambini), le passeggiate in cui si tengono per mano e arrossiscono a ogni turbamento, la paura che però cresce nella ragazza man mano che intuisce l'oscura indole del giovane. Mathias Enard descrive con empatia la psiche complessa e malata del protagonista. Il realismo e la poesia paradossale del suo stile riflettono la crudeltà di un mondo abbandonato al male, senza alcuna gioia se non l'eccellenza nell'arte spietata d'imporre la forza.