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La poesia nasce da una visione, da un'immagine che accende e spalanca di meraviglia e d'emozione gli occhi, prima spenti e avvolti da caligine e tedio. I versi sono come gocce di rugiada che, al mattino, cadono sul suolo e sui fili d'erba irrorandoli di un fresco alito di novella vita. È allora che si dissipano il sonno dell'anima e il buio della notte, mentre dalle dune del deserto si leva il vento e si avvista, da lungi, l'aiuola felice di un'oasi che ridona speranza e gioia. L'inquietudine si fa evanescente, non affonda più lame nel cuore. Lo spettro dell'oblio cede il passo alla reminiscenza d'Assoluto che imprime sigilli nello spirito e lo ridesta, presago d'Amore, proiettandolo verso lembi di cielo e spire d'immenso.