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"Lanucara apre la sua raccolta con una 'quadriglia' e scrive del mondo che vede: la vanità è un'illusione, una bolla di sapone. I versi di Lanucara sono pietre scagliate, sono un 'sasso' in mano al lettore. Fuori, nel mondo, è tutto contaminato dall'uomo che produce odori e lascia nell'aria la sua scia... Lui, il poeta, scrive al chiuso di una nicchia... Lanucara vuole quasi sfidare il mondo con la sua poesia. I suoi versi sono liberi o ingabbiati, sciolti o ritmati, baciati, ripetuti o alternati. Lanucara sa quello che scrive, e sa quello che vuole, anche se dice di no. A noi fa vedere ciò che sa fare con simpatiche sottigliezze allegoriche e metaforiche." (Chiara Di Sarro)