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Le conseguenze dei cambiamenti climatici innescati dall'aumento della temperatura terrestre e i problemi causati dagli altri fattori della crisi ambientale diventano sempre più preoccupanti, ma ancora più preoccupante è il fatto che non entrino nell'agenda di nessuno dei partiti esistenti. Sono troppo impegnati a riproporre le stesse fallimentari ricette finalizzate a rilanciare la crescita economica, per accorgersene. Se si continuerà a perseguire la crescita cercando di conciliarla con la riduzione della crisi ecologica secondo la formula dello sviluppo sostenibile, non si otterrà né la crescita, né la sostenibilità. Dopo il lungo periodo di stagnazione successivo alla crisi del 2008, si sta ripresentando la prospettiva di una nuova crisi. E l'aumento della temperatura terrestre che si è verificato nei primi 18 anni di questo secolo lascia prevedere che il limite di + 1,5 °C, concordato alla COP 21 di Parigi nel 2015, si supererà molto prima del 2100. Nell'abbozzo di programma politico presentato in questo libro si sostiene che la priorità da perseguire è la riduzione della crisi ecologica mediante lo sviluppo di innovazioni tecnologiche che riducono il consumo delle risorse per unità di prodotto e le emissioni di sostanze non metabolizzabili dai cicli biochimici. In questo modo si ottengono anche dei risparmi economici che consentono di pagarne i costi d'investimento senza accrescere i debiti pubblici, di rimettere in moto l'economia e ridurre stabilmente il numero dei disoccupati. Un progetto politico di questo genere richiede un mutamento di paradigma culturale rispetto a quello che si è consolidato a partire dalla rivoluzione industriale. Questo pamphlet si apre con un appello rivolto a chi ritiene di poter contribuire alla sua definizione ed è seguito da alcune riflessioni che ne danno un primo abbozzo.