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Il significato della parola "Apocatastasi" ha origini nella cultura ellenistica e cristiana. Fa riferimento alla fine dei tempi intesa come salvezza universale. Il filosofo Origene includeva nell'apocatastasi ogni creatura, anche demoniaca. Negazione della dannazione eterna, salvezza garantita, verità religiosa inutile a finalità disciplinari. Così, questa fine dei tempi, diventa il movente del presente. In queste poesie si respira costantemente quella che De Martino avrebbe definito come "crisi della presenza". Un viaggio temporale e corporeo. Momento di verità, al di fuori dalla coscienza, rivelazione millenaristica. Grande sofferenza di volere amare, unirsi, laddove continuamente ci è chiesto di separarci e a nostro scapito godiamo di questa impossibilità.