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"Il senso che mi fa la parola" è un viaggio che parte dal corpo per farne ritorno dopo averne attraversato le memorie antiche, i disegni ancestrali, il dolore più nascosto e oscuro. È la parola affilata e accurata a dettare i tempi e il ritmo del procedere, scavando insieme un solco che è quasi sempre di riconoscimento, catarsi e salvezza per la protagonista di un'odissea tanto singolare quanto universale. Nella dinamica del corpo, anima e psiche sono continuamente presenti sotto forma di immagini che procedono e si manifestano come nei sogni: per analogia, metafore e talvolta giochi di parole che attraversando spazi nascosti sotto mentite spoglie, svelano la semplice natura del quotidiano. Il verso nella sua ricerca si modella su questo sforzo autentico, carnale, rigoroso, restituendo alla poesia un'insospettabile luminosità, una forza che arriva a travolgere.