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Io e il mio corpo quella notte ci interrogammo a fondo. Una parte di esso mollò più volte, un'altra, spinta dalla volontà ignorò le lacrime e continuò a camminare. Fu dura perché andai contro la sua volontà. Il mio corpo urlava, fremeva, soffriva, e io non lo ascoltai. Non lo ascoltai quando mi espose il problema, lo ignorai quando mi chiese di seguirlo, non ci feci caso nel momento in cui smise di amarmi. L'amore per me stessa oscurò la sua presenza. Sull'uscio, quando lui era pronto ad andare, mi girai, e la consapevolezza si impadronì della realtà. Nel momento esatto in cui mi resi conto del principio di congelamento che era in atto, incominciai a temere per la mia vita, per la nostra storia. L'incoscienza la persi su quella montagna, la verginità al passo con la paura di perderlo. Il mio corpo.