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Gli "Haiku Ravegnani" di Francisco Soriano schiudono una visione del mondo che privilegia la percezione molteplice e le atmosfere di immagini fugaci racchiuse in pochi grumi di parole: Bossi intatti frustati dal libeccio: bianchi di sale Bagliori di una rapidità stupefacente che colpiscono per il vorticoso montaggio di contrasti e di equilibri, per il controllo sempre pieno fra tutti gli aspetti della parola. Essi sono ricchi di corrispondenze, di contrappunto fra voce e silenzio, di giustapposizioni fra vuoto e pieno, fra istantaneo e perenne. Trasparente l'attenzione integrativa che egli pone tra le figure della propria interiorità e quelle di una natura trasfigurata in esperienze sensoriali dirette: quanta nostalgia - quella porta socchiusa ai miei occhi. Così anche la musicalità, che nelle sue composizioni è sempre viva... Tutto contribuisce alla creazione di un testo poetico la cui complessità del montaggio risulta coniugata alla estrema fluidità della lettura.