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Fin dalla sua creazione, la rivista Studi Classici e Orientali non ha imposto limiti rigidi all'ampiezza dei contributi, accogliendone anche di molto superiori alla media e arrivando in qualche caso a pubblicare volumi monografici. In questa prospettiva è sembrato opportuno affiancare alla rivista una collana in cui potessero confluire in forma di volumi autonomi le ricerche di più ampio respiro. Si trattava di riprendere l'idea dell'originaria "Biblioteca degli Studi Classici e Orientali", a lungo diretta da Emilio Gabba e Graziano Arrighetti, poi trasformatasi in "Biblioteca di Studi Antichi" e resasi del tutto autonoma. L'intenzione è di mantenere la stessa pluralità di interessi che caratterizza da sempre la rivista, aperta a tutti gli aspetti del mondo antico, sia nell'ambito classico che in quello orientalistico, e ad ogni possibile prospettiva di accostamento ai problemi. Anche così s'intende riaffermare la profonda convinzione che ancora oggi, per qualsiasi argomento riguardante il mondo antico, uno studio serio non possa ignorare il carattere inscindibilmente unitario della scienza dell'antichità.