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Galeno intitolava un suo libro "Il miglior medico è anche filosofo" perché doveva possedere oltre alle conoscenze tecniche l'arte dell'ascolto. Se questo principio è certamente condiviso dai pazienti e fa parte della relazione di fiducia, il suo ampio significato è ancora al centro delle professioni e della formazione in campo sanitario? La domanda rimanda alle numerose sfide che la medicina deve affrontare non sottovalutando gli effetti dei cambiamenti sul processo diagnostico; infatti dalla riduzione delle risorse all'ipertecnologizzazione, dalla crescente parcellizzazione specialistica ai costi della medicina difensiva, sono tutte questioni importanti per il futuro del nostro sistema sanitario. Le Autrici e gli Autori di questo libro però ne individuano un'altra altrettanto significativa, quella della complessità, che deriva dal mettere al centro il soggetto, la componente emozionale, la sua storia e il contesto di vita. Una sfida teorica che impone la revisione delle nostre categorie conoscitive in una prospettiva multidisciplinare, da una parte, e una pratica concernente la qualità delle risposte terapeutiche in una visione improntata sulla care e sui contenuti simbolico-relazionali dell'esperienza di malattia, dall'altra. I diversi saggi in cui si articola il testo propongono, richiamandosi al dibattito in corso sulla applicabilità della medicina narrativa, una complementarietà tra i diversi metodi per favorire uno sguardo allargato sulle dinamiche di salute, superando le attuali resistenze organizzative e le diverse critiche epistemologiche. In altri termini qui non si parla di malattie ma dell'essere malati per promuovere a partire dal linguaggio, un cambiamento di prospettiva di cui l'umanizzazione delle cure è parte integrante. Prefazione di Rita Charon.