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Isaac Abravanel (1438-1508) appartiene non solo alla storia del pensiero ebraico, ma anche a quella della filosofia. Le radici della sua formazione filosofica sono insieme medievali e rinascimentali; egli si fonda su un patrimonio di testi e dottrine ereditate dalla tradizione greco-araba - Avicenna, al-Gazali, Averroè - ma è immerso anche nella cultura del suo tempo. "Le forme degli elementi" ("Surot ha-yesodot") è il primo dei suoi scritti. Discute una difficoltà posta dalle dottrine fisiche di Aristotele: che cosa sono i quattro elementi di cui si parla nel trattato sulla "Generazione e la corruzione", e in che modo la loro interazione segue le leggi generali stabilite nella "Fisica" e si accorda con la natura del mondo celeste? Fuoco, acqua, aria, e terra sono delle qualità, delle sostanze, né qualità né sostanze? Da questo breve trattato, ci giunge l'eco della tradizione dell'aristotelismo, che non ha cessato di interrogarsi su questi temi dalla filosofia di età imperiale, con Alessandro di Afrodisia, sino alle esegesi di Averroè. Segmento della storia dell'aristotelismo e, insieme, testimonianza della cultura filosofica dell'ebraismo tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento, il trattato di Isaac Abravanel sulle "Forme degli elementi" e qui trascritto dall'edizione cinquecentesca e tradotto per la prima volta.