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Nel 1917, gruppi di donne, sulle rive dell'Adige e del Po, si inginocchiano e pregano al passaggio di una immensa cassa di legno. Nonostante la segretezza dell'operazione qualche notizia è trapelata: nella cassa c'è la tavola dell'Assunta di Tiziano, la "grande e veramente miracolosa Madonna" proveniente da Venezia e diretta a Cremona. Durante la prima guerra mondiale l'Assunta di Tiziano passerà quasi un anno a Cremona, per poi essere trasferita a Pisa. Nella seconda guerra mondiale verrà ospitata nella villa nazionale di Stra. Anche le altre opere d'arte veneziane, nel corso dei due conflitti, percorreranno l'Italia alla ricerca di un luogo sicuro, e Venezia stessa, nel 1944, si trasformerà in un rifugio per il patrimonio artistico di città e regioni sconvolte dai bombardamenti aerei. Mentre si rimuovono le opere mobili, quelle immobili vengono blindate e protette con impalcature e sacchi di sabbia, contrafforti e murature. A Venezia, la facciata di San Marco scompare dietro una cortina di legno, il monumento a Colleoni scende dal piedistallo, i Cavalli di bronzo riprendono la via dell'esilio. Rimane solo un simbolo, durante la prima guerra mondiale, a sfidare il pericolo dall'alto della sua colonna in Piazzetta: il Leone di San Marco. Durante le due guerre mondiali, la responsabilità di conservare il patrimonio culturale italiano per le generazioni future era ben chiara e presente. Come sottolineava il cancelliere della Scuola Grande di San Rocco nel corso della prima guerra mondiale, Venezia, per "il suo manto di bellezza imperitura", apparteneva, più che all'Italia, al mondo intero.