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La crisi dell'Unione Europea segna in qualche modo il fallimento dell'ultimo grande progetto razionalistico del Novecento. A fallire è stata la pretesa di costruire su basi razionali astratte una identità europea che andava invece ricercata nella tradizione, cioè nel patrimonio culturale e civile ereditato dal cristianesimo e dal liberalismo. Il risultato è stato un moloch inestricabile di leggi, norme, regolamenti, amministrati da una burocrazia pervasiva e autoreferenziale, prona alle ideologie correnti (il multiculturalismo e il mercatismo in primo luogo) o ai diktat dei paesi più forti. Una vera e propria "gabbia d'acciaio" da cui non è facile nemmeno uscire, come mostra la Brexit. Forse solo riscoprendo la nazione, il luogo in cui la libertà dell'uomo si è fatta storicamente concreta, sarà possibile pensare a un'Europa diversa e cementata non dalle leggi ma dalla comune base morale.