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Don Fulgenzio, uno dei due protagonisti di questo piccolo saggio olistico, non è un monaco. Conduce una vita da monaco, questo sì, ma le sue origini continuano a essere sconosciute. Può essere un vecchio insegnante in pensione che ha convertito la sua liquidazione nell'acquisto di un casale nella campagna umbra, trasformata poi in una comune nella quale raccoglie sbandati; oppure un vecchio contadino molto saggio. Ma certamente è un maestro, un vero sadhguru, nell'accezione indiana, qualcosa di molto di più di un life coach occidentale. L'altro protagonista è lo stesso autore del libro, capitato per caso nella comune di Rocca Canuta - ma esiste il caso? Grazie alle sue indagini personali e alle testimonianze dei frequentatori del rifugio, e interagendo con lui, non tarda a comprendere che don Fulgenzio è davvero un «risvegliato», un essere che si è affrancato dai lacci del tempo ed è libero di andare ovunque voglia con le sue scarpe da tennis. Il giovane discepolo capisce altresì che don Fulgenzio è l'unico in grado di indicargli la strada della coscienza del Sé. Gli si affida quindi totalmente durante la sua permanenza nella comune, per scoprire alla fine che niente potrà più essere come prima e che è diventato una persona diversa.