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Testimone di inenarrabili sofferenze, Antonio Lopriore, ufficiale medico prigioniero nei lager nazisti, dedicò i mesi terribili della detenzione all'assistenza di chiunque venisse affidato alle sue cure. Era stato catturato dai Tedeschi l'8 settembre 1943 nel Kosovo, mentre si accingeva a rientrare in Italia per una licenza di quindici giorni. Poté fare ritorno a casa solo nel giugno del 1945. Antonio Lopriore conservò per tutta la vita documenti oggi divenuti preziosi, quale la raccolta completa de "La Voce della Patria", quindicinale scritto a Berlino in Italiano per i prigionieri, i cosiddetti Internati Militari Italiani, e distribuito nei lager allo scopo di condizionarli psicologicamente e spingerli a passare dalla parte dei nazisti o dei fascisti della Repubblica Sociale Italiana. Questo libro è dunque soprattutto un tributo di riconoscenza alla nobile figura di un medico generoso, grande nella sua umanità. In Appendice sono poi raccontate le simili tristi vicende di altri militari di Monopoli che passarono per gli stessi campi di prigionia e subirono le stesse dolorose esperienze, Giuseppe Avezzano Comes, Edmondo De Micco, Vito Antonio Marasciulo, Francesco Vadalà.