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"Come in un'inevitabile allusione inconscia, quando si pronuncia la parola montagna si sottintendono automaticamente le Alpi. Può sembrare un'esagerazione, ma le Alpi sono le montagne per antonomasia, e racchiudono l'immaginario di ogni altra cima del mondo, come una parte per il tutto. Persino popoli montanari di altri continenti vedono in buona parte le loro vette attraverso lo sguardo formatosi negli ultimi due secoli sulle Alpi. Non a caso 'alpinismo' è un termine universale, usato per le scalate in tutti i continenti. Il Cervino è addirittura la pietra di paragone, il canone estetico al quale accostarsi per avvalorare la bellezza di altri profili di monte: esiste un 'Cervino dell'Himalaya' (lo Shivling); un 'Cervino degli antipodi' (il Fitz Roy). Ma non solo, il toponimo Alpi è stato assegnato ad altre catene: Alpi Scandinave, Alpi Albanesi, Alpi Meridionali (Nuova Zelanda). Nel suo arco, concavo verso sud e lungo 1200 chilometri, il sistema alpino raggruppa i caratteri orogeografici che si trovano su ogni catena della Terra (ed è ciò che si è voluto documentare in queste pagine): lunghi ghiacciai incassati tra le pareti, vaste calotte glaciali, scudi di granito alti quasi mille metri, creste innevate che si distendono per chilometri, altipiani carsici. Ma anche scogliere a picco sul mare, perché dal punto di vista della geografia fisica lo spazio alpino arriva a quota zero. E poi ci sono le Dolomiti, che fanno sempre parte delle Alpi, ma sono uniche nel loro genere. Il presente volume contiene un 'viaggio per immagini' attraverso la catena alpina, da est a ovest. Il viaggio è suddiviso in tre parti distinte, che non corrispondono alla tripartizione Alpi Orientali, Centrali e Occidentali (peraltro superata, risalente al IX Congresso geografico italiano tenutosi a Genova nel 1924, e oggi corretta dalla classificazione Soiusa), ma a un'interpretazione tutta arbitraria di come affrontare un ideale itinerario alpino, seguendo luci, atmosfere, immagini divenute mitiche. La prima parte: il mondo delle rocce sedimentarie e le grandi pareti dei Monti Pallidi, fino al Passo Resia. La seconda parte: le Alpi dell'Engadina e dei Quattromila, dal Bernina al Gran San Bernardo. La terza: dal Grand Combin al Monviso, fino alle Alpi del Mare. Un pulviscolo di differenze, una continua variazione di temi, come se si attraversasse l'insieme di tutte le montagne." (dall'introduzione di Marco Albino Ferrari)